Whisky Giapponese…Eppùr si muòve!

Da quando venne annunciata la disciplinare sul Whisky Giapponese, molti appassionati di questo meraviglioso prodotto provarono un certo sollievo misto a gioia.

Finalmente quel mercato esotico di whisky che agli inizi degli anni 2000 aveva strabiliato critici ed appassionati di whisky con prodotti eccezionali, avrebbe trovato le sue “tavole della legge” per la produzione di un whisky che potesse essere riconosciuto in tutto e per tutto con il titolo di Japanese Whisky.

Perché si è dovuto arrivare a ciò? Perché la recente esplosione del whisky giapponese ha generato un onda impazzita di nuovi marchi sul mercato, di prodotti che di giapponese avevano ed hanno ben poco. Senza nessuna regola a riguardo come per gli Scotch Whisky che ne garantisce qualità ed integrità, sul mercato abbiamo assistito a vere e proprie nefandezze ai danni del consumatore. Blend di malti provenienti da Irlanda, Scozia, Canada e USA assemblati in Giappone e spacciati per autentici whisky giapponese al 100%. Alcuni checercano di “somigliare” ai più famosi ed autentici whisky giapponesi sul mercato. Distillerie giovani con qualche anno che rilasciano imbottigliamenti di 10 o 12 anni come fossero prodotti da loro. Alla fine della fiera basta una parola ed un design ispirati alla cultura giapponese ed il gioco è fatto.

Non che questi whisky fossero tutti pessimi, ma non erano e non sono ciò per cui venivano e vengono spacciati e venduti. Soprattutto per i prezzi di vendita.

Il 1 Aprile del 2024 è entrato in vigore il disciplinare della JSLMA (Japan Spirits & Liqueurs Makers Association), un disciplinare “non disciplinare” come viene descritto scherzosamente dagli amici di Whisky Club Italia. Se volete approfondire, fatelo, potete trovare presso il loro sito vari articoli che approfondiscono la questione. Vi lascio il link qui di seguito: https://whiskyclub.it/dailydram/

Tornando al disciplinare della JSLMA il grande problema è che solo chi fa parte di questa associazione, tra i membri troviamo grandi produttori come Suntory, Nikka e Mars, rispetteranno il disciplinare il più possibile con i seguenti requisiti:

  1. L'acqua utilizzata per la produzione deve essere estratta in Giappone.

  2. La saccarificazione, la fermentazione e la distillazione devono essere effettuate in una distilleria in Giappone.

  3. Il liquido deve essere distillato a meno del 95% di ABV e l'acquavite imbottigliata deve avere almeno il 40% di ABV.

  4. Le acquaviti devono essere invecchiate per un minimo di tre anni in Giappone, in botti di legno da non più di 700 litri.

  5. L'imbottigliamento deve avvenire in Giappone.

  6. È consentito l'uso di coloranti caramello semplici (E150).

Per tutti i loro blend con malti non giapponesi troveremo la scritta “World Blend” oppure semplicemente blend whisky senza però trovare la dicitura Japanese Whisky.

E questo è un piccolo importante passo, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Masaki Morimoto presidente di House of Suntory, primo storico produttore di whisky giapponese e tra i più grandi e prestigiosi brand ad oggi. Suntory si impegnerà a produrre quasi esclusivamente whisky giapponese al 100% lasciando solo pochi marchi da loro prodotti al di fuori del disciplinare, per loro verrà usata la dicitura World Blend.

Così sarà anche per gli altri produttori della JSLMA come Nikka e Mars e tanti altri.

Qui di seguito lascio un link molto interessante dove potrete verificare alcuni marchi se sono 100% giapponesi oppure no: https://www.nomunication.jp/2021/04/13/jslma-japanese-whisky-list/

La speranza è che quello che oggi è un disciplinare per alcuni diventi legge per tutti in Giappone. Così da poter ammirare e degustare la vera essenza dell’arte del whisky giapponese. Senza gettare fumo negli occhi al consumatore.

Seguiranno sicuramente aggiornamenti sulla vicenda. Per ora non ci rimane che sperare.

Kanpai!

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Un dram per cominciare.